HomeAlzheimer, Demenze e Malattie NeurodegenerativeSTRESS FISICI ED EMOTIVI PER I CAREGIVERS FAMIGLIARI CHE ASSISTONO GLI ANZIANI...

STRESS FISICI ED EMOTIVI PER I CAREGIVERS FAMIGLIARI CHE ASSISTONO GLI ANZIANI DISABILI O DEMENTI.

Uno studio pubblicato su Jama Internal Medicine suggerisce che le famiglie e gli operatori sanitari non pagati che forniscono aiuto agli anziani hanno consistenti probabilità di affrontare difficoltà non solo fisiche, ma anche emotive e finanziarie. «Quasi otto milioni di anziani statunitensi con significative disabilità vivono in comunità con l’aiuto dei familiari e di caregiver non retribuiti» esordisce Jennifer Wolff della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora, che assieme ai coautori ha analizzato i dati relativi a 1.739 famiglie e operatori sanitari non pagati che prestano assistenza a 1.171 adulti anziani. «Il campione oggetto dello studio è rappresentativo di 14,7 milioni di persone che accudiscono 7,7 milioni di anziani» scrivono i ricercatori, spiegando che tra gli anziani assistiti dai caregiver e dalle famiglie il 45,5% ha una demenza e il 34,3% una grave disabilità. E dai risultati ottenuti emerge che questi operatori familiari volontari sono più esposti a vivere difficoltà emotive, fisiche e finanziarie partecipando sempre meno ad attività sociali come visitare parenti e amici, uscire per divertimento, frequentare servizi religiosi e svolgere attività personali o di gruppo.

«Alla luce di questi risultati serve una maggiore attenzione da parte dei fornitori di servizi sanitari per identificare e sostenere adeguatamente non solo gli operatori a pagamento, ma soprattutto i caregiver familiari non retribuiti che assistono gli anziani disabili e dementi» conclude Wolff. «I dati presentati in questo articolo confermano ed estendono le attuali conoscenze sugli assistenti familiari che garantiscono i livelli più impegnativi di cura per gli anziani ad alto rischio, totalmente su base volontaria e non retribuita» osserva Carol Levine dell’United Hospital Fund of New York, in un editoriale di commento. E conclude: «Accendere i riflettori su caregiver finora rimasti invisibili è solo il primo passo, ma può essere quello più importante».

Articoli correlati